CHE COSA SIGNIFICA PSICOTERAPIA STRATEGICA?

Uno dei più grandi insegnamenti che ci ha lasciato Milton Erickson ( 1901-1980 ), uno dei padri della terapia strategica e pioniere dell’ipnosi moderna, è quello per cui esiste una terapia specifica per ogni individuo: le persone hanno una propria storia, hanno proprie esperienze e vissuti: anche di fronte ad una stessa sintomatologia, mostrano delle differenze, un proprio approccio alla patologia.
Di conseguenza il terapeuta strategico impara a calibrare l’intervento specifico per quel paziente, ad utilizzare le strategie e le tecniche alle quali meglio può rispondere la persona che in quel momento si trova in terapia.
Il modello strategico, le cui origini abbracciano diverse discipline (filosofia, antropologia, teoria dei sistemi, cibernetica, scienze della comunicazione, psicoterapia, ipnoterapia, fisica quantistica) si definisce soprattutto attraverso la metodologia di Milton Erickson, alcuni dei cui principi:
- L’utilizzo di un modello non patologico
- La valorizzazione della persona e la piena fiducia nelle sue risorse
- L’utilizzazione di ogni esperienza portata in terapia dal paziente (approccio naturalistico)
li ritroviamo nel modello che risulta essere flessibile nell’adattare la terapia ad ogni persona e alle sue esigenze, ai cambiamenti della società e alle scoperte neuroscientifiche: un approccio che mira a mettere l’individuo nelle migliori condizioni di evolversi risolvendo le proprie difficoltà
 In riferimento alla prospettiva sistemica che la caratterizza, la psicoterapia ad orientamento strategico consiste in interventi diretti o indiretti, da parte del terapeuta, sul contesto e nel sistema di riferimento del paziente.
In riferimento alla prospettiva sistemica che la caratterizza, la psicoterapia ad orientamento strategico consiste in interventi diretti o indiretti, da parte del terapeuta, sul contesto e nel sistema di riferimento del paziente.
In riferimento a come la persona affronta il problema, al proprio modo di percepirsi e relazionarsi con se stesso, con gli altri e con i diversi sistemi con cui interagisce , alle parole che utilizza per spiegare il problema, alla propria storia e a ciò che porta in terapia ( approccio naturalistico e di utilizzazione) il terapeuta strategico identifica come il paziente funziona in rapporto al sintomo e di conseguenza quale può essere la strategia migliore per creare fin dai primi colloqui un’esperienza emozionale correttiva (Alexander & French, 1946 ); infatti una caratteristica metodologica in terapia strategica è che prima il paziente risolve la difficoltà, poi , con il terapeuta, approfondisce che cosa gli ha permesso tale cambiamento.
L’approccio strategico studiato al CIPPS integra i diversi orientamenti che rientrano nelle psicoterapie strategicamente orientate, approfondendo l’essenza più profonda del modo di lavorare da parte di Milton Erickson: sviluppare la capacità , da parte del terapeuta, di essere presente con tutte le sue risorse in terapia, utilizzare la propria emotività, il proprio inconscio creativo in contatto con quello del paziente e la cura della relazione.
INTEGRAZIONE NEUROSCIENTIFICA
Il modello si caratterizza per l’integrazione neuroscientifica grazie agli studi e la metodologia clinica di E.L. Rossi, che è stato Presidente Onorario del CIPPS ed uno dei più importanti allievi di Milton Erickson.
Rossi ha spiegato, con le sue ricerche, come anche la psicoterapia, all’interno della quale il paziente vive esperienze emozionali correttive, può regolare l’espressione genica nella salute ( Kandel 1990; Rossi, 2002 ): le neuroscienze ci spiegano come una intuizione o un esperienza di cambiamento in terapia possono innescare una serie di processi psicobiologici , nello specifico di modulazione dei nostri geni, che confluiscono nelle modifiche a livello sinaptico, generando plasticità cerebrale, quindi favorendo l’elaborazione di traumi e la possibilità di aumentare il repertorio di possibilità di fronte ad una difficoltà
Le neuroscienze, anche attraverso scoperte come quelle dei neuroni specchio , che ci spiegano l’ intersoggettività, la “riscoperta” dell’empatia, il sinergismo relazionale, diventano uno strumento utile attraverso il quale migliorare la relazione con il paziente, utilizzando il corpo nella relazione terapeutica e come strumento di cambiamento.
Nell’ottica di questa integrazione neuroscientifica, Ernest Lawrence Rossi ha ideato il modello della Genomica Psicosociale e Culturale, per cui esperienze emozionali correttive, di fascinazione, arricchimento cognitivo, l’esercizio fisico possono , attraverso i neuroni specchio, attivare alcuni geni (geni primari rapidi) che rispondono immediatamente agli stimoli provenienti dall’esterno e dai nostri pensieri ed emozioni. Questi geni, a loro volta, attivano i geni esperienza-attività dipendenti che danno avvio a processi di trascrizione proteica. Le proteine, tra le loro tante funzioni, svolgono anche quella di andare a modificare le connessioni nervose, agendo all’interno del processo di plasticità cerebrale.
Questi processi vengono anche spiegati dalle ultime scoperte in ambito epigenetico. Di conseguenza l’integrazione neuroscientifica la ritroviamo nell’utilizzare i principi neurofisiologici e psicobiologici che ci spiegano la comunicazione mente-corpo, nell’utilizzo dei neuroni specchio all’interno della relazione terapeutica, nell’utilizzo del funzionamento cerebrale e delle competenze emisferiche e nello spiegare come il cambiamento in terapia diventa plasticità cerebrale (Esperienze emozionali correttive, Alexander & French,1946, Epigenetica, Rossi,2008).
IN SINTESI
Nel complesso l’approccio strategico neuroscientifico risulta essere flessibile nell’adattare la terapia ad ogni persona, in base alle sue esigenze e alla fiducia nelle sue risorse; l’approccio utilizza ogni esperienza portate in terapia, l’emotività del terapeuta, l’inconscio creativo e soprattutto la relazione terapeutica, per mettere l’individuo nelle migliori condizioni di evolversi e cambiare, sempre nell’ottica di un approccio responsivo al cliente che indica sempre il percorso migliore da seguire in terapia.
Nello stesso tempo, il modello CIPPS, nell’ottica di una preziosa flessibilità metodologica, , dell’utilizzo della comunicazione mente-corpo attraverso lo studio delle neuroscienze e dell’ epigenetica, approfondisce anche i principi e le tecniche degli approcci umanistico- esistenziale, gestaltico, psicodinamico e sistemico-relazionale.
L’approccio strategico neuroscientifico nasce per rispondere all’unicità dell’individuo:
l’importanza di apprendere un approccio flessibile e integrato, che tenga conto dei vari aspetti dell’individuo. Persone che hanno bisogno di praticità, persone più «comportamentali», altre che tendono più alla profondità.
La competenza più alta che il modello richiede è quella di “riconoscere ciò che emerge naturalmente dal paziente come bisogni, desideri, capacità, potenzialità, segnali dal corpo e determinare, cambiare o improvvisare con responsività terapeutica, momento per momento, rispetto alle capacità naturali del cliente, alle sue potenzialità e inclinazioni terapeutiche” (Hill & Sessa, 2024, p. 23), con l’obiettivo di ridurre al minimo la nostra visione della realtà e far emergere quella della persona, mettendola nelle migliori condizioni di farle vivere esperienze emozionali correttive (Alexander F., 1946) per costruire realtà più funzionali al suo benessere.
CORNICE TEORICA
l modello, all’interno della prospettiva sistemica, si fonda sull’integrazione delle psicoterapie strategicamente orientate con le neuroscienze e l’epigenetica. Per terapie strategicamente orientate si fa riferimento a quei processi terapeutici caratterizzati dall’individuazione di una diagnosi strategica, dalla lettura sistemica del sintomo, dall’utilizzo delle risorse del paziente e della sua “realtà”, dalla creazione di una relazione efficace, all’interno della quale individuare obiettivi co-costruiti con il paziente, concreti, misurabili, alla sua portata, ma soprattutto l’importanza dell’azione, per cui prima si cambia, poi si consapevolizza su tutti i processi avvenuti.
Le origini abbracciano diverse discipline (filosofia, antropologia, teoria dei sistemi, cibernetica, scienze della comunicazione, psicoterapia, ipnoterapia e fisica quantistica) e le terapie strategicamente orientate si basano su costrutti epistemologici quali il costruttivismo di Ernst Von Glaserfeld, per cui ogni individuo si costruisce la propria realtà; di conseguenza la conoscenza non riguarda una realtà oggettiva ontologica, con una propria fattualità empirica, ma esclusivamente l’ordine e l’organizzazione delle esperienze nel mondo ( Glasersfeld, 1984,in Leonardi & Tinacci, 2022 ).
 La realtà esperita dai soggetti è una realtà costruita, priva di una propria fattualità empirica: sono gli assunti teorici dell’osservatore ( la sua teoria del mondo ), che generano la costanza delle percezioni e la fiducia in una realtà data ( Salvini, 1988 in Leonardi & Tinacci F, 2022. ) . Per questo diventa importante in terapia far vivere al paziente nuove esperienze e aiutarlo ad indossare nuovi occhiali attraverso i quali percepire la realtà. L’altro costrutto epistemologico è il pragmatismo di William James e George H. Mead, per cui viene posta l’attenzione su tutto ciò che risolve praticamente un problema. L’ approccio si definisce soprattutto attraverso la metodologia di Milton Erickson, gli studi e le teorie della Scuola di Palo Alto con Gregory Bateson, Jay Haley, Paul Watzlawich, Steve de Shazer, Jhon Weakland, Don Jackson Virginia Satir.
La realtà esperita dai soggetti è una realtà costruita, priva di una propria fattualità empirica: sono gli assunti teorici dell’osservatore ( la sua teoria del mondo ), che generano la costanza delle percezioni e la fiducia in una realtà data ( Salvini, 1988 in Leonardi & Tinacci F, 2022. ) . Per questo diventa importante in terapia far vivere al paziente nuove esperienze e aiutarlo ad indossare nuovi occhiali attraverso i quali percepire la realtà. L’altro costrutto epistemologico è il pragmatismo di William James e George H. Mead, per cui viene posta l’attenzione su tutto ciò che risolve praticamente un problema. L’ approccio si definisce soprattutto attraverso la metodologia di Milton Erickson, gli studi e le teorie della Scuola di Palo Alto con Gregory Bateson, Jay Haley, Paul Watzlawich, Steve de Shazer, Jhon Weakland, Don Jackson Virginia Satir.
Questi autori formarono diversi gruppi di lavoro, lavorando soprattutto su una Concezione Rivoluzionaria della Comunicazione e della psicoterapia; le diverse discipline che fornirono le basi epistemologiche dell’approccio strategico, soprattutto la cibernetica e la Teoria dei Sistemi, introdussero nella psicoterapia e nella lettura del sintomo termini e costrutti come quelli di Sistema, di Omeostasi, Autoregolazione e di Retroazione, che intaccarono la tradizionale interpretazione Causalistica delle scienze fisiche e sociali e furono accolti, attraverso soprattutto il lavoro di Bateson, dal gruppo di ricerca della Scuola di Palo Alto.
Questo lavoro comportò l’ abbandono delle etichette patologiche e il comportamento sintomatico veniva descritto per la prima volta in relazione al contesto interattivo nel quale si esprimeva (Secci E.M.,2016). In sintesi 3 matrici caratterizzano il modello strategico: quella Breve, ( Milton Erickson 1954, “Special Tecniques of Brief Hypnotherapy”), per cui la soluzione del problema risiede nel presente, analizzando come il sintomo viene alimentato dalle tentate soluzioni sistemiche e dell’individuo; non occorre per forza risalire alla causa né utilizzare sempre un vasto arco temporale per risolvere problemi che perdurano da anni, anche utilizzando l’effetto sorpresa in terapia. La matrice Strategica (Jay Haley 1963, “ Strategies of Psychoterapy» ), per cui Individuare e co-costruire la migliore strategia per quell’individuo o quella famiglia, attraverso l’ analisi delle modalità relazionali ecomunicative, della diagnosi strategica, dell’utilizzazione e dell’approccio naturalistico di Milton Erickson.
La terza matrice è quella della Prospettiva Sistemica (Gregory Bateson 1977,«Verso un’ecologia della mente»), per cui Il sintomo letto CaIlPl’PinSterno del sistema e /o dei sistemi di riferimento, per come viene alimentato da tutti gli attori del sistema o dei sistemi di riferimento.
L’approccio strategico neuroscientifico si è evoluto attraverso gli studi neuroscientifici ed epigenetici di Ernest Laurence Rossi, padre della Genomica Psicosociale e Culturale, che, integrando il lavoro di Milton Erickosn, ha spiegato come, un’esperienza emozionale correttiva in terapia (Alexander & French,1946), si traduce nel linguaggio del corpo, attraverso la comunicazione tra i nostri geni, l’ambiente e il sistema nervoso.
Questa integrazione utilizza gli studi di Kandel E. a partire dal 1990, utilizza il decennio che ha segnalato una svolta negli studi epigenetici (2000/2010) con l’approfondimento della relazione tra la comunicazione mente corpo attraverso i fattori di trascrizione proteica, i messaggeri molecolari, l’attivazione genica e l’espressione genica; nell’integrazione neuroscientifica rientrano anche gli studi della cronobiologia di Kleitman con i ritmi ultradiani (1969 ), da utilizzare in terapia e tutte le conoscenze e scoperte neuroscientifiche, a partire dall’utilizzo dei neuroni specchio (Gallese&Rizzolatti , 1996/2006.) e dalla relazione tra l’immaginazione, novità, l’arricchimento cognitivo e la sinaptogenesi, la neurogenesi, collegati ai processi di memoria e di apprendimento.
 
											
				 
			
											
				